Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi. Il famoso motto è di Benjamin Franklin, uno che in pratica non usava mai il verbo procrastinare. Se invece la tua agenda è piena di modifiche e cancellature, forse tu lo conosci e lo “coniughi” troppo spesso. Rilassati, ovviamente non sei il solo.
Le ragioni per cui lo fai sono tante e smettere è difficile. Ci sono però pure delle buone notizie. La prima: ciò che ti sembra un meccanismo involontario e inevitabile in realtà è una scelta. La seconda: ti trovi qui, quindi sei consapevole del problema e cerchi una soluzione. La terza: stavolta sei davvero a un passo dal trovarla. Perché procrastinare ancora? Che la guarigione abbia inizio!
Procrastinare significato lessicale e semantico
Cosa vuol dire procrastinare? Ecco la definizione della Treccani. Letta? Bene, in sostanza significa rimandare un impegno, un dovere, un’azione o una decisione. Ora tu dirai: non è appunto più semplice usare la parola “rimandare”? Hai ragione, anche perché il termine in questione mette a dura prova otturazioni e dentiere. Inoltre è facile da sbagliare se lo pronunci e pure se lo scrivi.
Tuttavia nessun sinonimo rende abbastanza il concetto. Si parla infatti di qualcosa che si fa pur sapendo che avrà conseguenze negative. È l’illusione di rinviare l’inevitabile, quasi sperando che la situazione si risolva da sola. Dona una momentanea e tiepida sensazione di benessere.
Tuttavia in realtà è solo un spreco di tempo e di opportunità. Esiste un’antica parola greca per la tendenza a procrastinare, cioè “Akrasia”. In pratica si tratta di un’irrazionale auto-sabotaggio che gli ellenici consideravano mancanza di autocontrollo. Ok, ora che conosci il nome di questa brutta bestia, è ora di addomesticarla.
Perché lo fai?
Chiariamo, non dipende “tutto” da te. Infatti, in qualche misura, sei programmato per natura a procrastinare. Scartare ciò che procura disagio è semplice biologia. Per istinto cerchi il godimento ed eviti il dolore. Scegli quindi un beneficio immediato piuttosto che un vantaggio futuro.
In pratica prima il piacere poi, forse, il dovere. Se lo fai una volta tanto, ci sta pure. Quando invece diventa un comportamento abituale, allora non va bene. Posticipare spesso, o addirittura sempre, alla lunga ti danneggia nel lavoro e nelle relazioni. Inoltre ostacola la realizzazione dei tuoi sogni. Quali sono le cause più comuni di questo viziaccio? Stanno tutte qui:
Paura del fallimento o anche del successo. Alla prima non servono presentazioni. Il timore di sbagliare è tra i blocchi psicologici più comuni. Però esiste anche la forma opposta. Gestire stress, responsabilità e cambiamenti dopo una vittoria, ti terrorizza forse più di una sconfitta. Magari pensi di non meritare quel risultato. In ogni caso la chiave è la tua intelligenza emotiva.
Disinteresse o pigrizia. Scansi o ritardi il più possibile quello che per te è noioso o di poco conto.
Immaturità o perfezionismo. Non sei pronto o aspetti condizioni ideali che non arriveranno mai.
Esperienze. Fanno parte del tuo bagaglio di vita. Tuttavia un trauma del passato a volte condiziona il tuo atteggiamento verso l’avvenire. La tua capacità di affrontarlo è pure questione di autostima.
Disorganizzazione. Procrastinare a volte è solo il riflesso di una cattiva gestione del tempo e carenza di pianificazione. In questo caso basta potenziare la tua abilità di problem solving.
Spesso alcune di queste ragioni si alternano o manifestano insieme. Ecco perché il discorso è così dannatamente complesso!
Che tipo di procrastinatore sei?
Al giorno d’oggi, procrastinare è una tendenza sempre più frequente. Questa è l’epoca delle contraddizioni. Si cresce presto però si matura tardi. Si bruciano le tappe ma si saltano i traguardi. Slogan come “i 40 sono i nuovi 20” o “vivi nel qui è ora”, si travisano e diventano scuse. Cambiano quindi gli obbiettivi, le priorità e il momento di pensarci seriamente.
Forse parte della colpa è anche della tecnologia. Una volta il telefono e il fax erano i mezzi di comunicazione più rapidi. Usciti di casa o dall’ufficio “i giochi erano fatti”. Oggi invece con gli Smartphone, tra messaggi vocali, di testo e tradizionali chiamate in pratica si è reperibili H24.
Allo stesso modo però si ha sempre tempo di cambiare programma o annullare tutto all’ultimo momento. Quelli con la fissa dell’originalità, inventano sempre nuovi nomi chi ha la tendenza a procrastinare. Tuttavia gli identikit dei rimandatari di professione sono essenzialmente due:
Procrastinatore preoccupato. Sente il peso delle scadenze e usa il rinvio come tregua alla propria ansia. Questo sistema però funziona solo per poco. Infatti prova presto senso di colpa per la scelta fatta. Per finire, in prossimità della nuova deadline, va in panico perché non si è rimesso in pari.
Procrastinatore rilassato. Reagisce male davanti ad ogni forma di obbligo e li rimanda come sorta di rigetto. Prendere tempo però non gli crea disagio. Spesso anzi il suo è un atteggiamento voluto perché lavora addirittura meglio sotto pressione. Tu in quale di questi ti riconosci di più?
Precrastinazione: l’altra faccia della medaglia
E mo’ che è sta’ parola? Ebbene sì, c’è pure il contrario di procrastinare. I precrastinatori sono quelli che anticipano l’esecuzione di un compito. Lo fanno pure se non è necessario e se farlo costa più fatica. Questa faccia della medaglia sta meno sotto i riflettori, però è ugualmente insidiosa.
Spesso si tratta di un comportamento che passa inosservato. Succede perché agli occhi degli altri non pare un difetto, anzi diventa un pregio. Tuttavia chi lo adotta a volte lo vive piuttosto male. Infatti lo si paga a caro prezzo, non solo con la stanchezza ma anche in termini di stress.
Ad esempio, hai un appuntamento alle 17:00. Il tuo treno arriva alle 16:30 e hai tutto il tempo per essere puntuale. Però a te non basta e soffri perché non c’è un mezzo che parte prima. La tua “mania” potrebbe spingerti a pagare un taxi, spedendo di più, pur di stare lì in anticipo. Peggio quindi procrastinare o precrastinare?
Come smettere di procrastinare
Ora ti domandi: finito di procrastinare il momento di dare la soluzione? Più che giusto. La strategia migliore per la forma “patologica” del problema è la terapia cognitivo comportamentale. La prima fase del percorso analizza le cause. La seconda lavora su pensieri e percezioni. Lo scopo è ricalibrare gli aspetti emotivi e razionali per guarire dal questa forma di evitamento emotivo.
Che cavolo significa tutto questo? In pratica scopri perché nella vita rinvii di continuo. Poi elimini quelle vocine nella testa che ti ripetono “non ce la farò mai”, “non sono ancora pronto”, ecc. Se invece riesci a gestire i tuoi impulsi, però fai fatica e non ti basta, eccoti dei consigli ad hoc:
Il vero traguardo è l’inizio. Il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera” qui casca a proposito. A volte infatti basta fare il primo passo. Utile avere una buona motivazione e un obiettivo concreto.
Non punirti, premiati. Il senso di colpa è inutile e improduttivo. Piuttosto prometti a te stesso qualcosa di piacevole al raggiungimento di un risultato. Sarà un incentivo a non procrastinare.
Il momento giusto non esiste. Perfezione e controllo sono illusioni, sei tu che crei le condizioni.
Visualizza i benefici e avvicina le mete. Dimagrire 20 kg è un’idea che ti piace, ma che si realizzerà solo in un tempo futuro. Dieta e allenamento però sono sacrifici del presente. Il cervello non vede così lontano, e ti suggerisce di mollare. Scatta una foto ogni 15 giorni per visualizzare i progressi. Inoltre dimentica il numero 20. Concentrati su 1 solo kg a settimana, sarà tutti più semplice.
Forse stai rimandando la felicità. Procrastinare di solito serve a schivare qualcosa che reputi brutto o non importante. Cambia prospettiva. Magari in attesa c’è la cosa migliore della tua vita.
App per sconfiggere il vizio di procrastinare
Cresce il numero delle professioni digitali. Però proprio pc, Smartphone e Tablet offrono la quantità maggiore di interruzioni e distrazioni. Mail e messaggi arrivano di continuo. Inoltre ogni occasione è buona pe curiosare sui social. Per finire c’è anche la questione dello smart working.
Il lavoro agile, magari da casa, è una grande conquista. Tuttavia spesso in ufficio ci si concentra meglio. Come restare produttivi dovunque e nonostante tutto? La soluzione per evitare le insidie della tecnologia, è sfruttarne le risorse a proprio vantaggio. Ecco le app per non procrastinare:
ToDoist. Si tratta del celebre metodo organizzativo GTD (Getting Things Done) di David Allen. Con questa visualizzi pensieri e progetti e con tabelle statistiche controlli pure le tue prestazioni.
Trello. È una app molto fluida e versatile per tenere traccia di ogni impegno e stare senza pensieri.
RescueTime. Analizza e classifica le tue attività web, ti dice pure dove e quando sprechi tempo.
Foresta. Cresce un albero sullo schermo ad ogni sessione di lavoro no stop. Se ti impegni crei un’intera foresta. Inoltre raccogli monete virtuali che il team della app investe in piante vere.
Rocket 135. Eccellente per non procrastinare. Tu fissi il grado di priorità di alcuni progetti. La app ti aiuta nella gestione. Sincronizza anche i tuoi dispositivi e agevola la collaborazione tra utenti.
Freedom. Blocca applicazioni e device che non ti servono al momento, così resti più concentrato.
Take a Five. Una pausa ti ricarica, però se è troppo lunga ti “raffredda”. Ecco come non esagerare.
Annum. Ti aiuta a non procrastinare i buoni propositi di inizio anno. Annota attività e progressi.
Google Calendar. Classica ma efficace per tenere sotto controllo scadenze, impegni e promemoria.
App Focus Booster. Usa la tecnica del pomodoro, tra spazi di 25 minuti con intervalli di 5.
I 10 migliori libri per battere la procrastinazione
Preferisci un approccio più tradizionale? Eccoti la lista dei migliori libri sull’argomento:
L’arte del fare di Flavio Rossi. Si smette di procrastinare con una migliore gestione del tempo e restando focalizzati sull’obbiettivo. Comprende spunti di riflessione, esercizi pratici e tecniche.
La tecnica del pomodoro di Francesco Cirillo. È la versione evoluta di un sistema che l’autore usava da studente. Stila un elenco base e integralo all’occorrenza con le attività più urgenti.
Da domani non rimando più di Piers Steel. Teoria, test e tanti suggerimenti da mettere in atto.
La nobile arte del cazzeggio di John Perry. Affronta prima le cose meno serie e poi quelle più importanti. Queste ultime le porterai a termine con la nuova consapevolezza nelle tue capacità.
Il potere delle abitudini di Charles Duhigg. Procrastinare è un’abitudine come tante. Quindi si può cambiare o eliminare. Basta prendere coscienza degli automatismi che mentali che tu stessi crei.
L’arte di passare all’azione di Krech Gregg. Sei solo tu che governi i pensieri non il contrario.
Carpe diem di Elisabetta Sagone. Cosa vuol dire procrastinare, chi sono soggetti che lo fanno e perché. Tutte le risposte che cerchi sono in questo libro pieno di consigli da seguire subito.
Stop Procreastinating di Nils Salzgeber. La consapevolezza nel pensiero e nell’azione fa in modo che i meccanismi inconsci non prendano il sopravvento. Tutto diventa un atto di volontà.
Start Now, Get Perfect Later di Rob Moore. La mente umana è bravissima ad auto-ingannarsi e auto-sabotarsi. Riconoscere le trappole cognitive è la chiave per affrontarle e diventare produttivi.
Do it Today di Darius Foroux. La motivazione è la chiave. Trovala e niente e nessuno ti fermerà.
Prima di andare però lasciaci subito un commento, non procrastinare!