Il Sol Levante è la terra d’origine di parole che spesso diventano di tendenza in tutto l’occidente. Tempo fa ad esempio parlammo di kaizen. Oggi invece diamo il benvenuto ad un altro suggestivo termine. Cosa vuol dire ikigai? Esso è la sintesi di due vocaboli, cioè iki (vivere) e gai (ragione).
Con un piccolo sforzo di immaginazione otteniamo quindi: la ragione per cui vivere. Nella cultura nipponica lo si interpreta anche come “il motivo per il quale ci si alza la mattina”. In sostanza si parla del buon, vecchio senso della vita! Tutto questo però non descrive a sufficienza il concetto.
Infatti in giapponese ogni espressione ha più significati, tipo il dialetto sardo di Aldo, Giovanni e Giacomo! Tra decifrare ideogrammi e riassumere un background culturale c’è di mezzo il mare. Però nelle situazioni difficili noi ci buttiamo a capofitto. Quindi caro ikigai fatti sotto!
Cos’è l’ikigai
I due giorni più importanti della vita sono quello in cui nasci e quello in cui trovi “il tuo ikigai”
Mark Twain
I due giorni più importanti della vita sono quello in cui nasci e quello in cui trovi il tuo ikigai. Perché parafrasiamo un famoso aforisma di Mark Twain? Per rendere meglio il paragone tra il principio filosofico e lo scopo dell’esistenza. Infatti di questo si tratta, niente di più e niente di meno.
Esso è diverso per ogni individuo. Per alcuni è “qualcosa”, per altri invece è “qualcuno”. Nel primo caso si identifica in un progetto, nel lavoro o in generale nell’attività a cui ti dedichi. Nel secondo caso la sua incarnazione è la famiglia o la persona che ami. Spesso però le due cose convivono. Il tuo ikigai quindi è sia ciò che fai che i tuoi affetti, che magari sono la ragione per cui lo fai.
Come e dove trovarlo
Dove sta Zazà…ehm…cioè…l’ikigai? Dunque, come i punti cardinali e gli elementi alchemici, anche il senso della vita “dagli occhi a mandorla” ha 4 pilastri. Esso quindi è e risiede in:
- Ciò che ti piace, cioè la tua passione;
- Quello in cui sei bravo, in pratica la tua vocazione;
- Ciò che dai al mondo per renderlo migliore, cioè la tua missione;
- Quello per cui ti pagano, in sostanza la tua professione.
L’ikigai è un mix tra tutte queste attività. Tu dirai: tutto qui? Ti pare poco? Trovare la via di mezzo spesso infatti diventa una vera impresa. Ad esempio, ti piace cucinare però sei pessimo ai fornelli. Inoltre se hai un hobby forse non ti va l’idea che diventi un lavoro. Per finire , quello in cui sei bravo magari non è anche remunerativo. Come vedi la pratica è molto diversa dalla teoria.
Esiste un piccolo test per visualizzare e semplificare il processo. Ti serve una penna e 3 pennarelli di colore diverso. Scrivi una lista delle tue passioni. Ora cerchia con un pennarello quelle in cui sei bravo, sii onesto! Con un altro pennarello adesso cerchia quelle utili pure per il prossimo. Infine, con l’ultimo pennarello, cerchia quelle che si prestano ad un profitto. Lì dove vedi più cerchi potrebbe esserci il tuo ikigai. Perché usiamo il condizionale? Perché l’esercizio non è scientifico.
Infatti dipende da troppe variabili. Vissuto, contesto familiare e sociale, determinano interessi, capacità e opportunità. Cosa vuol dire? Che sai cosa adori davvero solo sperimentando. Inoltre il talento da solo non basta. L’abilità si affina col tempo, la pratica e l’impegno. Tanta roba eh? Se però cambi prospettiva c’è pure una buona notizia. Forse non hai ancora trovato il senso della vita perché non hai ancora cominciato a cercarlo seriamente.
I nostri consigli sull’ikigai
Quanto detto, anche se detto in modo fico (siamo modesti), lo hanno detto già un po’ tutti. Eccoti quindi alcune riflessioni fuori dagli schemi che ti aiuteranno scoprire finalmente il tuo ikigai.
Se è importante per te lo sarà pure per gli altri. Se cambi il mondo va bene, se cambi il tuo mondo va bene uguale. Non inseguire per forza fama e grandezza. Il valore di un gesto è quello che gli dai.
Il viaggio conta più della destinazione. Come accennato, con l’esperienza impari tante cose, molte pure su di te. Scopri gusti, possibilità e limiti. Conoscere sé stessi è il requisito per comprendere e realizzare il proprio destino. Il traguardo è importante, però è solo una parte del percorso.
L’equilibrio è tra azione e meditazione. La consapevolezza nasce da una profonda riflessione. Tuttavia è l’interazione con l’esterno che genera nuovi e necessari stimoli per la crescita personale. Esci dalle zone di confort, mettiti in gioco, sviluppa resilienza e alimenta l’intelligenza emotiva.
Il tuo ikigai si evolve con te. Lo scopo della vita cambia col tempo e la necessità. Gli eventi modificano o ampliano i punti di visita. Nascono quindi nuove idee e progetti. Ad esempio, se un atleta smette di gareggiare, può reinventarsi come coach o allenatore. C’è sempre un’alternativa.
Libri sul metodo ikigai
In rete trovi un’infinità di risorse sull’argomento, tra videocorsi e seminari di life coach o mental coach. Se però ti interessa approfondire la cosa alla vecchia maniera, ecco i libri giusti:
Il piccolo libro dell’ikigai di ken Mogi. È la lettura essenziale per un primo approccio. L’autore ha uno stile semplice e diretto. Il testo traduce efficacemente il concetto al “pubblico occidentale.”
Il metodo ikigai di Héctor Garcia e Francesc Miralles. Spiega principalmente come questa filosofia aiuta a vivere a lungo e a sentirsi meglio. Si concentra su dieta e benessere psicofisico.
Ikigai di Bettina Lemke. È una sorta di guida per potenziare ogni aspetto della vita, personale e professionale. La prima parte è teorica. La seconda invece contiene esercizi pratici da fare subito.
Ikigai di Sakura Tanaka. L’obiettivo dell’autrice è risvegliare sogni e obiettivi dormienti. Quello che bisogna fare è seguire un percorso fatto di precise tappe. Il risultato sarà realizzare il potenziale.
Conclusioni
Prima di salutarci abbiamo una domanda per te. Se potessi rifare tutto, lo rifaresti uguale? Ora dirai, sono vecchio, ho famiglia e responsabilità. Quindi rispondere è inutile se è comunque troppo tardi. Forse hai ragione, forse! Smetti di contare i passi e alza lo sguardo. Vedrai che c’è ancora parecchia strada da fare, da sbagliare o su cui ritornare. Magari avevi già trovato il tuo ikigai.
Però lo hai smarrito lungo la via. Forse lo hai lasciato andare per la paura di fallire, o per il timore del giudizio degli altri. Per cosa ti risparmi? Ricorda che la fine è uguale per tutti, mentre è il tragitto che fa la differenza. Che faccia seria! Su col morale, che poi i commenti ne risentono.