È la terra “più promessa e più promossa” di tutte. Infatti da qui si arriva ad ogni forma di gioia, piacere o realizzazione. Si tratta della pace interiore, uno stato di intensa calma e leggerezza. Esso genera benessere psicofisico, autostima e autocontrollo, pure nelle situazioni più difficili.
Dà una sensazione di connessione, di consapevolezza e di chiarezza profonda. C’è chi la ritiene un’illusione o suggestione, a metà tra religione ed esoterismo. Però è pure la ricerca di quella serenità generale, utile per riconoscere e accogliere i momenti di felicità, quando essi si presentano.
La parola “pace interiore” richiama subito una figura umana nella classica posizione “del loto”. Tutto molto scenografico, però la vita reale non è una lezione di yoga. La stratega più diffusa è assorbire lo stress e poi scaricarlo con qualche tecnica di rilassamento. Buono ma non ideale.
Quello che cerchi è tranquillità e lucidità costante giusto? Vuoi restare quieto e di buon umore pure nel traffico, se il capo ti striglia o se ti cade il cellulare. La dura verità è che non si può. Infatti ci saranno sempre alti e bassi. Tuttavia, se non farai centro ci arriverai il più vicino possibile.
In sostanza questa è la differenza tra ciò che leggerai qui e altrove. La soluzione sta nel perdono? Nella gratitudine? Nella dieta e nel fare movimento? Nell’accettazione? Nel lasciar andare? Può darsi, però non basta. Allora come trovare la pace interiore? Ecco la nostra immancabile lista di principi e consigli per scovare la tua oasi nel deserto.
Il corpo dà segnali però li riceve pure
L’organismo invia continuamente impulsi per dirti come va. Questo rapporto però non è a senso unico, è una collaborazione. Infatti anche senza volerlo c’è un costante dialogo. Se sei teso il tuo corpo capisce che c’è un pericolo o un disagio. Il respiro, la tensione muscolare, la postura, sono messaggi molto chiari. Il fisico così reagisce di conseguenza e mette in moto le contromisure.
Ogni tanto quindi fai un “check” di te stesso. Se ti scopri in allerta pure mentre guardi Netflix datti una regolata. Rilassa la mandibola, le spalle, e rallenta il respiro. Con questo semplice sistema stai comunicando che è tutto a posto. È un metodo efficace per ritrovare la pace interiore, molto utile per l’ansia e gli attacchi di panico.
Non agire meccanicamente
Mangiare, passeggiare, allenarsi, sono tutte azioni che si svolgono col “pilota automatico”. Infatti spesso mentre le fai pensi ad altro o peggio, guardi il telefono. Comincia invece a godertele. Quando porti fuori il cane, ad esempio, gioca con lui, guardati intorno e fai caso a tutti i dettagli.
A pranzo o a cena concentrati sul gusto del cibo. Se corri, fai pesi o altro, senti il corpo che risponde ai tuoi comandi. Vedrai che tutto assumerà un sapore diverso e sempre nuovo. Tante piccole cose che dai per scontate diventeranno importanti. Si sa che il cervello crea sequenze per risparmiare energia. Tuttavia se sei distratto e assente proprio nel tempo libero, la vita ti sfuggirà di mano.
Trova la tua forma di pace interiore
Questo tipo di suggerimento si adatta a tutte le strategie di crescita personale. In sostanza non esiste una ricetta universale. Ogni individuo è ed ha una storia a sé. Quindi non tutto va bene per tutti. Cerca uno stile personale, un modo unico per entrare in contatto con la tua interiorità. Va bene il già citato yoga, la mindfullness, lo sport, il giardinaggio, oppure rivolgiti a un mental coach.
Di qualsiasi cosa si tratti, l’importante è che rispecchi le tue esigenze e ti infonda pace interiore. Inoltre non limitarti a cose che funzionano su altri. Documentati, sperimenta, usa sensazioni e gusti come guide per trovare la giusta soluzione per te. Il tuo istinto è più efficace di qualunque consulente. Alla fine si sa, nessuno sa cosa è meglio per te…più di te.
Qui e ora…o mai più
Questa è la nostra versione dell’ormai proverbiale “qui e ora”. Si tratta del discorso già sentito mille volte, ma è il momento di metterlo in pratica. Sai qual è il motivo? È tardi, anzi tardissimo! Quindi muoviti prima che lo sia troppo. I viaggi nel tempo falli solo se hai la DeLorean. Basta con la malinconia dei ricordi o con l’ansia dei progetti. Le cose essenziali le hai proprio sotto al naso.
Quindi è inutile programmare? È male cedere a un po’ di nostalgia? Vabbè non sei mica un cyborg! Il problema è che troppo spesso quelle piccole licenze diventano dipendenze. È facile perdersi tra cose che si immaginano, ma non saranno mai, o si rammentano, ma non saranno mai più. La pace interiore si nutre della verità del cuore, non della finzione della mente. Se non a noi, dai retta al maestro Oogway del film Kung Fu Panda.
Se vuoi la pace interiore, smetti di fare la guerra
A cavallo tra IV e V secolo d.C lo scrittore romano Vegezio diveva “Si vis pacem, para bellum”. La traduzione è: se vuoi la pace, prepara la guerra. Ok lo dicono pure in John Wick 3 e in The Punisher (2004). Se però si tratta della pace interiore, allora le cose cambiano. In questo caso infatti meglio individuare la radice del conflitto e semplicemente estirparla. Non combattere se puoi ignorare.
La reazione fisiologica verso ciò che spaventa o disturbo è quella di attacco o fuga. Tuttavia questo meccanismo funziona quando c’è davvero una minaccia. Se è tutto nella tua testa, invece di perderla è più produttivo usarla. C’è qualcosa o qualcuno che ti stressa? Piuttosto che restare vittima della collera, gestisci la rabbia in modo costruttivo e risolvi la questione.
La pianificazione non è controllo
Molti disagi emotivi derivano dall’ossessione per il controllo. Ogni variabile diventa infatti una fonte di incertezza e quindi un potenziale pericolo. L’illusione di gestire ogni passo appare così l’unica difesa contro la costante insicurezza. In diversi casi la cura è prendere atto della realtà. Vale a dire che non c’è nulla di certo. Il risultato è una visione sana e naturale degli eventi. In pratica accetti l’imprevedibile e usi prudenza quando è davvero necessario. Niente di più, niente di meno.
La pianificazione però è diversa dal controllo. Con essa organizzi gli impegni e gli sforzi per usare le risorse che hai in modo intelligente. Anticipare alcune decisioni vuol dire solo guadagnare tempo. Così non subisci l’ansia di agire sotto scadenza ed eviti il rischio di agire con emotività. Questo è un esercizio utile per costruire la pace interiore. Lo è in particolare se hai un temperamento sensibile. Invece di forzare il carattere bastano semplici tattiche di adattamento.
Rimodula la confort zone
Il consiglio più comune contro le convinzioni autolimitanti è uscire dalla propria zona di confort. Si tratta di una strategia efficace e benefica. Però c’è pure un’altra strada, addirittura migliore. Se si abbatte questa barriera ci si sente finalmente liberi. Tuttavia, come in quasi tutte le dipendenze, il rischio è ricaderci ancora. Basta infatti un forte stress e torna la voglia di rifugiarsi in quel piccolo spazio sicuro.
Per proteggere il più a lungo possibile la riconquistata pace interiore c’è però una soluzione. L’idea quindi non è superare i confini del recinto, ma piuttosto allargarli sempre di più. Gradualmente, a un certo punto la tua zona di confort diventerà il mondo intero. Quello che accadrà non avrà più potere su di te perché ti sentirai a tuo agio dovunque e sempre.
La pace interiore si trova pure all’esterno
Questo punto si ricollega un po’ al precedente. Spesso si associa la pace interiore col guardarsi dentro, col silenzio e la solitudine. Infatti l’associazione mentale più comune è il classico ritiro in cima a una montagna. Ti vedi bene come asceta o eremita? Allora sei a posto. Però se questo non è lo stile di vita che fa per te, allora cambia registro.
Inoltre a che serve isolarsi per riconquistare la quiete se la perdi quando rientri nel mondo? La vera serenità si trova pure all’esterno. Risiede nell’approccio con la quotidianità e le persone. Ci sono piccole isole felici dovunque guardi e le crei. Se trovi te stesso la domenica in chiesa oppure allo stadio, in fondo non fa differenza.
I pensieri sono energia
Non solo le azioni ma pure i pensieri richiedono energia. Riflettere troppo e in modo improduttivo infatti provoca stanchezza. L’attività mentale è spossante quanto quella fisica. Tuttavia mentre per il corpo è sufficiente il riposo, “spegnere il cervello” è più complicato. I pensieri sono risorse e non vanno sprecati. A tale scopo è utile la meditazione. Essa però non è solo una pratica introspettiva. È pure la capacità di orientare le idee in modo razionale ed efficace.
La meditazione è un ottimo mezzo per ottenere pace interiore. Per farlo non devi per forza stare a gambe incrociate o chiudere gli occhi. Puoi meditare al mattino sorseggiando il caffè o mentre sei in treno andando al lavoro. Non è quindi solo autoanalisi di emozioni e sensazioni. È pure una tecnica di riordino e pulizia delle scorie neurotossiche. Ha in sostanza una funzione simile a quella del sonno, però fatta da svegli, in modo cosciente e mirato.
Non far invecchiare i problemi
Hai presente il motto: non rimandare a domani quello che puoi fare oggi? Pare che la frase sia di Benjamin Franklin. Si esatto, quello dell’esperimento con l’aquilone parafulmine. Inoltre è uno dei Padri Fondatori degli USA, ma è solo un dettaglio. Ad ogni modo ciò che dice il proverbio si applica pure ai problemi. Infatti se qualcosa non va, meglio affrontarla subito.
Quasi tutte le cose negative non si risolvono mai da sole, anzi peggiorano. Di qualsiasi cosa si tratti, non farla cronicizzare. Più tempo passa più sarà difficile risolverla. Inoltre non invecchiano solo i problemi, ma invecchi pure tu. Diminuisce la tua capacità di assorbire i colpi e i guarire dalle conseguenze. Questo consiglio vale inoltre per ogni situazione di conflitto o incomprensione. Se capita chiarisci immediatamente. C’è gente che non si parla per anni solo per un equivoco. Ne vale la pena?
Migliori libri sulla pace interiore
Ti va di approfondire l’argomento con un buon libro? Bene, qui abbiamo raccolto una selezione di testi che possono fare al caso tuo.
Quattro lezioni di pace interiore (Christophe André). Le emozioni sono il riflesso del carattere ma pure il prodotto delle esperienze. Inoltre rivelano desideri, disagi o aspettative. Sono come sapori, profumi e colori per l’anima. Tuttavia se non gestite bene disorientano, abbagliano e avvelenano. Conoscerle e governarle è la chiave per avere equilibrio, forza ed efficacia in ogni ambito della vita.
Piccola filosofia della pace interiore (Catherine Rambert). L’armonia con sé stessi e con il creato si realizza cambiando approccio. Le cose che gli individui inseguono freneticamente sono ciò che li distrae e allontana dalla vera felicità. La “riflessione è l’azione” che svela quali sono le priorità.
L’arte della pace interiore (Dalai Lama). Gli ostacoli alla felicità si chiamano: odio, invidia, rabbia, egoismo e avidità. Praticare la compassione è la via per spegnere i sentimenti distruttivi. In questo modo si diventa portatori di luce e si migliora il mondo. Fare la propria parte è un dovere di tutti.
Pillole di pace interiore (Ren Zen). Si tratta di un percorso che unisce l’osservazione esterna della realtà all’introspezione. Scienza e spiritualità sono parti complementari, funzionali e necessarie alla conoscenza. Contiene tante risposte ma pure spunti per stimolare nuove domande.
Trovare la pace interiore (Valerio Orfei). Manuale per chiudere con il passato ed aprirsi al futuro. Cambiare è solo questione di volontà e convinzione. La ricetta è un mix di Tai Chi, ballo, musica e meditazione. Tutto è utile per preparare corpo e mente ad una nuova era della coscienza di sé.
Simbolo pace interiore
La frase “un’immagine vale più di mille parole”, per alcuni è di Napoleone Bonaparte. Invece per altri è di Mao Tse Tung. Di sicuro la dice Tom Hanks nel film Il codice Da Vinci. Noi la tiriamo in ballo per parlare dell’importanza dei simboli. Essi infatti condensano una vastità di significati.
Sei il tipo che si concentra visualizzando le cose? Ottimo, c’è un simbolo preciso che richiama la pace interiore. È la famosa sillaba “OM” che per la cultura indiana è la manifestazione del sacro nella meditazione. Costituisce il mantra di tutti i mantra che infonde calma profonda.
Si rappresenta con il segno grafico “ॐ”, ritenuto il suono originale della creazione dell’universo. Le tre lettere A, U e M sono le tre vibrazioni che lo compongono. Esse corrispondono pure ai tre livelli della coscienza. Rispettivamente: veglia (qui e ora), sogno (passato), sonno (verità e futuro).
Inoltre c’è una quarta sillaba “muta” che è l’intervallo tra un mantra e l’altro. Esso simboleggia lo spazio e il tempo. Ciascun piano di coscienza corrisponde a un Guna, cioè l’energia della materia. A è Tamas (oscurità), U è Rajas (azione), M è Satva (luce). Per finire ogni lettera è una forma dell’anima divina. A è Brahama (il creatore), U è Vishnu (il conservatore), M è Shiva (il distruttore).
Ok sembra di ascoltare Crozza che imita Roberto Laurenzi, quindi arriviamo al sodo. L’OM è il percorso della mente dallo stato di sonno a quello di pace interiore. Il mantra rimuove i pensieri tossici e il caos emotivo. I benefici sono: riduzione dello stress, maggiore salute e vitalità.
Però, niente male per una sola sillaba vero? Adesso che sai tutto, o quasi, tocca a te fare i compiti. E visto che ci siamo ti assegniamo pure qualche commento.