Come conoscere sé stessi e perché è così indispensabile? Inoltre, se l’esistenza è un costante cambiamento, è davvero possibile riuscirci? Ammazza che domandine facili eh!? L’argomento di oggi non è solo la sfida più grande per filosofi e psicologi di ogni epoca. È infatti il dilemma di tutti.
Gli strumenti per risolverlo sono studio, esperienza e riflessione. Tuttavia non bastano perché si tratta di una materia che si evolve di continuo. In pratica “arrivi alla meta e ti accorgi che sei solo a metà”. Tagli il traguardo e lui si sposta più in là. Oggi sei diverso da ieri e lo sarai ancora domani.
Quindi che si fa? Ci si arrende? Ovviamente no. Basta accettare che ci sarà sempre una porzione di mistero dentro di te. Per di più, questi mutamenti avvengono di solito piuttosto lentamente. Hai così il tempo di capirli e metabolizzarli. La vera difficoltà sta piuttosto altrove.
Conoscere sé stessi è un processo faticoso ed a volte doloroso. Non tutti hanno il coraggio per affrontarlo. Infatti in tanti trascorrono anni a scappare dalla verità. Per un po’ funziona, tuttavia prima o poi la realtà presenta il conto. Scoprire sé stessi è un’arma a doppio taglio.
Trova pregi ma pure difetti, rivela capacità ma pure limiti. Tuttavia questo non è un male, è utile e anzi necessario. Solo la consapevolezza delle proprie lacune consente di colmarle. Infine, se individui i tuoi confini li potrai pure superare. A questo punto mettiamo le carte in tavola.
Non esiste un manuale su come conoscere sé stessi, o forse ce ne sono pure troppi. Sei tu che disegni la mappa del tesoro. Nessun altro sa dove si trova il forziere che contiene il tuo vero io. Noi però possiamo fare in modo che tu non scavi nel posto sbagliato. Ok, allora all’arrembaggio!
Farsi domande per conoscere sé stessi
Durante la prima parte della vita la curiosità è rivolta verso l’esterno. In pratica si scopre il mondo ed è tutto nuovo. Il passato è un bagaglio a mano, il domani è una promessa e c’è solo un eterno presente. Non c’è ancora un progetto e le decisioni sono piuttosto reazioni a quello che capita.
Arriva però il momento in cui si cambia prospettiva. L’attenzione si sposta dal fuori al dentro. Il vissuto occupa più spazio e pesa, il futuro provoca incertezza e l’oggi si schiaccia nel mezzo. È questa la fase in cui nascono esigenze profonde come conoscere sé stessi e si cercano risposte.
Tuttavia la chiave sta nel farsi le domande giuste. Non c’è una lista precisa, però i quesiti più essenziali sono:
- Sei felice?
- Ti senti sereno?
- Stai facendo ciò che ti piace davvero?
- Stai con qualcuno che ami e che ti ama veramente?
Sembrano interrogativi banali ma a volte sono così scomodi che si fa di tutto per evitarli. In pratica si procede per inerzia fino a che qualcosa si inceppa. Si ripetono come dei mantra cose del tipo “ho un buon lavoro, un partner e sto bene”. È positivo apprezzare ciò che si ha ma solo se è la verità.
Per evitare di andare a fondo si finisce spesso per affondare. In sintesi non aspettare una crisi per fare questo piccolo check-up interiore. Farsi domande per conoscere sé stessi salva da una vita di infelicità.
Il tranello del “vivi ogni giorno come fosse l’ultimo”
Cosa accomuna Friedrich Nietzsche, Pablo Neruda, Jim Morrison, Steve Jobs e Woody Allen? Tutti hanno un’interpretazione personale del motto “vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”. L’idea del tempo limitato è uno stimolo per ispirare sfide avvincenti come conoscere sé stessi. Tuttavia nasconde pure alcune insidie. Se qualcuno infatti ti dicesse che ti resta ad esempio solo 1 anno, le reazioni possibili sarebbero due.
Con la prima ti rassegnerai e vivrai fino alla fine senza più programmi, legami come una candela che brucia da due lati. Con la seconda darai significato ad ogni istante per lasciare un segno nel mondo. Nella realtà è impossibile prevedere quale strada sceglierai. La domanda però è: bisogna per forza arrivare alle strette per scoprire sé stessi?
Invece di essere così drastico prendi la via di mezzo. Pur vivendo 100 anni il tuo tempo è comunque limitato. Lo è in particolare quello in cui avrai energia ed entusiasmo per sfruttarlo. L’infanzia è una magia, la gioventù un superpotere, la maturità un dono e la vecchiaia un premio. Dai quindi il giusto valore a ogni età.
Conoscere sé stessi attraverso gli altri
Quando si parla di come conoscere sé stessi si pensa soprattutto a qualcosa di intimo e individuale. Tutto ciò è vero però pure l’interazione con gli altri è un mezzo molto efficace. L’assenza di sani rapporti sociali rende infatti inutile e limitata qualunque tipo di introspezione.
In pratica non saprai mai davvero chi sei se non ti confronti con il prossimo. Il dialogo e perfino il conflitto sono elementi essenziali per la crescita personale. I legami con il partner, con gli amici e con i colleghi fanno emergere lati del carattere che altrimenti resterebbero nascosti e sommersi.
Inoltre le persone intorno a te notano dettagli che non coglierai mai da solo. Le tue mancanze ti sfuggono perché le guardi troppo da vicino. Tuttavia non è solo questione di notare delle pecche. Grazie a un diverso punto di vista ci si accorge pure di qualità insospettabili. Solo grazie a questa sinergia si diventa davvero completi e autentici.
I pensieri sono messaggeri ma pure esploratori
Quando ti tengono sveglio o sono insistenti, i pensieri comunicano sempre dei messaggi da parte del tuo io cosciente o dall’inconscio. Ad esempio riferiscono un disagio o magari sono legati ad una semplice intuizione. Però non si limitano solo a trasmettere notizie di ciò che succede dentro di te. Infatti oltre ad essere degli efficienti “postini” sono pure degli ottimi esploratori. I pensieri sono i migliori compagni d’avventura in missioni difficili come conoscere sé stessi.
Sono come sassi tirati in uno stagno che creano onde sempre più grandi. Lanciati con precisione scatenano reazioni per sondare il tuo animo. Raggiungono ogni angolo della tua mente per capire cosa provi rispetto ad una persona, una cosa o una situazione. Pure in questo caso torna molto utile la meditazione. Vale a dire la capacità di pilotare i propri ragionamenti per comprendere verità o risolvere problemi. Allena questa abilità e i pensieri ti condurranno fuori da qualsiasi labirinto.
Imparare ad ascoltarsi
Nelle nostre liste di consigli ci sono quasi sempre dei punti direttamente collegati. Questo infatti è parente stretto del precedente. I sensi dialogano con te in ogni istante per decifrare la realtà che ti circonda. Lo stesso vale pure con emozioni e sensazioni per ciò che accade nella tua interiorità. Ti basta un attimo per percepire vibrazioni positive o negative davanti a qualcosa o qualcuno.
Non ignorare quei segnali perché arrivano dalla parte più profonda di te. Si tratta del tuo istinto innato. Ascoltalo e impara quel linguaggio in codice. Ogni piccolo impulso è un prezioso indizio per avere una maggiore connessione con ciò che sei. Con l’abitudine vedrai con chiarezza nella confusione e giungerai a traguardi importanti come conoscere sé stessi. Lasciati istruire da ciò che spesso si considera “irrazionale”. In questo modo addestrerai l’intelligenza emotiva e apprenderai pure l’autocontrollo.
Viaggiare per trovare sé stessi
Il viaggio è la metafora più usata per descrivere ogni percorso di crescita personale. In senso più letterale è però anche un’esperienza illuminante, proprio come conoscere sé stessi. Muoversi dal proprio ambiente allarga gli orizzonti, mette alla prova, accresce fiducia e autostima. La tecnologia oggi dà l’illusione di girare il mondo con un click. Tuttavia sperimentare la realtà è tutt’altra cosa.
La sola precauzione è che il viaggio sia conoscenza, magari pure evasione, però mai una fuga. Per molti infatti spostarsi di continuo prolunga l’idea della “sospensione” e del disimpegno. Invece il viaggio serve a inseguire e a cercare non a scappare o a perdere. È inoltre una terapia per l’anima, insegna la bellezza e l’importanza delle piccole cose. Infine mostra che l’imprevisto non è sempre una cosa negativa, ma è pure sinonimo di sorpresa e opportunità.
Le figure chiave
Ci sono prove, come conoscere sé stessi, che non sempre si superano da soli. A volte manca la motivazione, il coraggio o semplicemente la disciplina per riuscirci con le proprie forze. Ecco che risulta davvero utile l’aiuto di una figura come uno psicologo o un mental coach. Queste risorse non ti dicono certo chi sei.
Infatti eliminano soltanto gli ostacoli sul percorso e ti mantengono focalizzato. Ora capisci perché molte persone ad esempio si affidano ad un trainer in palestra? Chi già usa tutte le proprie energie per lo sforzo in sé, non ne ha abbastanza per il resto. Il coach tiene il tempo, pianifica gli obiettivi e verifica i progressi. Quindi per non sprecare i risultati ed essere produttivo, sfrutta l’esperienza e il metodo di un professionista.
Non limitarsi ad una sola strada
Come conoscere sé stessi in modo davvero completo? L’introspezione è di per sé un processo di ampio respiro. Di conseguenza questa domanda sembra quasi superflua. Nonostante ciò in molti casi l’approccio alla materia è solo parziale. Infatti ci si limita a considerare la questione o come indagine psicologica o come tragitto spirituale.
Nel primo caso ci si concentra sulla riflessione emotiva. Nel secondo si affronta il dilemma sotto il profilo etico, morale e valoriale. Invece c’è bisogna di entrambi i binari, altrimenti non si va da nessuna parte. Nello stesso modo in cui non si può solo mangiare o solo bere, così funziona pure l’autocoscienza.
Uno, nessuno e centomila
Parafrasando Luigi Pirandello, l’individuo è sfuggente perché cambia col tempo ma lo fa pure in base alle circostanze. Infatti ogni evento tira fuori lati differenti della personalità. Chi si crede forte si paralizza sotto stress. Invece chi si considera fragile si scopre coraggioso quando serve. E allora come conoscere sé stessi in ogni situazione? Semplice, non si può.
Tuttavia si possono sperimentare situazioni diverse. Il trucco sta pure nel non sottrarsi davanti alle novità. Mettiti spesso in discussione ed esci dalla routine. Altrimenti non capirai mai fino a dove sai spingerti. Tempra la tua resilienza o finalmente comincia a svilupparla.
Sapere cosa fa bene e cosa fa male
Il successo di indagini complesse come conoscere sé stessi richiede tempo, fatica e la raccolta di innumerevoli elementi. C’è però una sorta di alternativa. Se proprio non hai la pazienza di aspettare, scopri cosa ti fa bene e cosa male. Anche stavolta c’è quasi la rima, che bravi vero?
Ad ogni modo, sapere cosa ti dà soddisfazione e benessere psicofisico è già una grande conquista. Allo stesso modo, individuare cosa provoca disagio e sofferenza è la prima forma di autodifesa. Il piacere e il dolore sono infatti sentimenti primordiali. Averne piena coscienza è un vero vantaggio.
Ora ti domanderai: e non potevate dirmelo subito invece che alla fine? In realtà questa è solo una scorciatoia. Con questo percorso otterrai solo la versione base di ciò che sei. Ricorda infatti che nei processi di autoanalisi, il viaggio è allo stesso tempo il mezzo ed il fine.
Senza scomodare come al solito Socrate o Sun Tzu, quanto detto è solo l’inizio della tua avventura. Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, quando si capisce come conoscere sé stessi, si è già sulla buona strada. Buona ricerca e quando avrai conosciuto il tuo io, “tutti e due” magari lasciateci un commento.