Secondo la tradizione induista e buddista, il chakra del cuore è il quarto dei sette centri energetici del corpo. Quindi dimentica il manga Naruto, perché non ti trasformerai in un ninja. Però faremo ugualmente del nostro meglio per aiutarti. Il punto in questione si trova al centro del petto, e il suo nome in sanscrito è Anahata. La traduzione letterale è “non colpito” o “non percosso”.
Evoca in sostanza due elementi che pur vicini non si urtano. Nel dettaglio si riferisce al muscolo cardiaco ed ai polmoni, che svolgono le loro funzioni in armonia, senza intralciarsi. Risponde alla vibrazione del colore verde. Inoltre il suo simbolo iconico è il loto a 12 petali. Per finire, si associa al senso del tatto e all’elemento alchemico dell’aria.
A cosa serve il chakra del cuore?
Se diciamo: serve a un sacco di cose, ti basta come risposta? Troppo vaga? Ok, hai ragione. Il chakra del cuore è in corrispondenza del Timo. Si tratta di una ghiandola endocrina che controlla il sistema immunitario. Per la medicina alternativa, se l’energia fluisce liberamente, ti ammali meno o guarisci più rapidamente.
Dal punto di vista dell’interiorità invece, è la risorsa indispensabile alle relazioni, ai sentimenti e alle emozioni. Alimenta la pace interiore e dona una percezione di benessere psicofisico. È in pratica la fonte dell’empatia, influisce sul controllo della rabbia e sul livello di assertività. Tanta roba eh? Pensa che siamo soltanto all’inizio!
Perché è così importante?
Per molti maestri il chakra del cuore è quello più importante e più potente di tutti. Infatti si trova esattamente al centro, tra i 3 inferiori e i 3 superiori. È in sostanza l’anello di congiunzione tra corpo e mente. Inoltre è il “mediatore” tra la dimensione materiale della terra e quella spirituale del cielo. Rappresenta l’unione e il bilanciamento degli opposti, ecco perché conta così tanto.
È una sorta di bussola interiore che fa da guida tra ciò che è giusto o sbagliato. Da esso proviene la gioia nel dare e la gratitudine del ricevere. Pure la compassione, la serenità, la consapevolezza, il rispetto e l’altruismo, abitano tutti qui. Tuttavia, come dice Spiderman: da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Questo carico di lavoro spesso è proprio la ragione di blocchi e squilibri.
Se il chakra del cuore funziona male
Il cattivo funzionamento del chakra del cuore comporta parecchi problemi, sia fisici che emotivi. Il suo elemento dominante è l’aria giusto? Quindi il primo effetto sarà una respirazione innaturale, pesante o agitata. Se l’energia vitale (Ki, o Prana), non circola bene, ci si ammala più facilmente di patologie polmonari e cardiovascolari. Un Anahata in tilt però non è semplicemente “spento”.
A volte infatti questa “valvola di controllo” è troppo aperta oppure non abbastanza. Nel primo caso un individuo diventa eccessivamente altruista, dimenticando sé stesso. Al contrario si chiede tutto al prossimo, senza però dare nulla in cambio. Questo è il caso delle relazioni tossiche e delle dipendenze affettive. Un chakra del cuore troppo chiuso invece, rende freddi, insensibili, incapaci di costruire sani rapporti in qualsiasi contesto (familiare, lavorativo, intimo).
Scopri se il tuo Anahata è “fuori servizio”
Se il tuo Anahata è bloccato non lo capirai certo facendo le analisi del sangue. Per la serie, vai dal medico di famiglia che ti dice: guardi lei ha il colesterolo alto e il chakra del cuore chiuso! Come accennato, stando alla dottrina vedica, ci sono ripercussioni sotto il profilo della salute generale.
Però quali sono i sintomi e i campanelli d’allarme? Anche in questo caso ne esistono di diversi, più o meno evidenti o rivelatori:
- Cattivo umore e pessimismo persistente;
- Facilità a cadere in stati depressivi;
- Disagio nel contatto fisico e nelle manifestazioni d’affetto;
- Difficoltà a perdonare o perdonarsi;
- Vulnerabilità, suscettibilità e senso di inadeguatezza;
- Scarsa fiducia in sé stessi e negli altri;
- Ansia, timore o panico legati a pensieri quali: solitudine, abbandono, perdita o morte.
Adesso dirai: non sarebbe meglio rivolgersi ad un bravo psicologo o terapeuta? In effetti non hai torto. Tuttavia spesso un approccio olistico e multidisciplinare aumenta l’efficacia delle cure e accelera la guarigione. Inoltre, tutte queste manifestazioni sono purtroppo disturbi comuni. Allora come orientarsi? Nella medicina alternativa esistono vari test:
Lettura energetica della mano. Ogni dito consente il check up dei singoli centri energetici. Il chakra del cuore infatti corrisponde al mignolo. Formicolio o calore sono segni di un problema.
Esame muscolare kiniesologico. Si abbina un’affermazione verbale ad un movimento. Ad esempio si pronuncia la frase “il mio quarto chakra è in equilibrio”. Si forma un anello con pollice e indice, e si analizza se ci sono variazioni di forza. A volte si susano anche altri distretti muscolari.
Sistema del pendolo. Lo si tiene sospeso a 5 cm da meridiano in oggetto. Se oscilla in modo circolare c’è attività regolare. L’andamento verticale invece indica squilibro della materia verso lo spirito. Quello orizzontale ha significato opposto. Infine se il pendolo resta fermo, c’è un blocco.
Perché il quarto centro energetico si blocca?
Ok, è chiaro che il chakra del cuore si blocca, però perché? Qui in verità si fondono e confondono la psicologia scientifica con la filosofia vedica. Le cause più plausibili sono i traumi subiti. Infatti queste brutte esperienze, di cui a volte non si ha più memoria, si sedimentano nell’subconscio. Amore e amicizia si associano così a sentimenti quali: sofferenza, paura, vergogna e incertezza.
Senza volerlo o saperlo, si assumono schemi mentali concepiti come protezione. Per assurdo però, la distorsione di quell’episodio, condiziona le scelte successive. Si rischia quindi di ripetere sbagli che diventano a loro volta rinforzi negativi. Esistono inoltre traumi che risalgono all’infanzia.
Questi riguardano il rapporto malsano con uno entrambi i genitori. Il bambino non ha filtri per interpretare le ragioni di certe dinamiche familiari. In pratica percepisce solo la distanza o l’assenza affettiva del padre o della madre. Oltre a pregiudicare la qualità della propria vita, il pericolo è replicare il tutto quando si diventa a propria volta genitori. La chiave è il perdono.
Non confonderlo erroneamente con “dimenticare” ogni cosa ridimensionandone la gravità. Piuttosto significa trasformare rabbia e risentimento in compassione. Questo approccio riscrive il passato e quindi pure il futuro. Tutte quelle forme di energia alimenteranno nuovamente il chakra del cuore senza più avvelenarlo.
Come aprire il chakra del cuore
Bene, ora veniamo al sodo e a come aprire il chakra del cuore. Per le pratiche di derivazione induista e la medicina non convenzionale, esistono diversi modi. Ecco alcuni dei più diffusi:
Cristalloterapia. Ci si sdraia con la testa rivolta a est, appoggiando particolari pietre sul meridiano da riequilibrare. I minerali indicati per riallineare l’Anahata sono: amazzonite, calcite verde o rosa, gida, malachite, agata verde o rosa, crisocolla, smeraldo, quarzo rosa, olivina e rodonite.
Massaggio con olii essenziali. In posizione supina si effettua un movimento circolare al centro del petto. I prodotti più adatti sono in particolare gli estratti di: cipresso, melissa, verbena, pino, damascena, gelsomino e lavanda.
Yoga. Vanno bene tutte le posizioni che aprono il petto come: Bhujangasana (cobra), Ustrasana (cammello) e Urdvha Mukha (cane che guarda in alto). Nel dettaglio però la più efficace serie di asana è Khatu Pranam. Questa sequenza armonizza organismo e anima. Sul piano fisiologico migliora flessibilità, tono muscolare e rilassamento. Su quello psicologico apre al perdono e alla compassione.
Alimentazione. Tra i cibi che stimolano il chakra del cuore ci sono: fagiolini, cavolo nero, broccoli, piselli, asparagi e spinaci. Funzionano pure kiwi, avocado e uva. Ottime sono inoltre le erbe aromatiche come savia, basilico, prezzemolo, menta, origano e rosmarino. Per finire ci sono i cosiddetti superfoods quali: polvere di matcha, clorella, moringa e alga spirulina.
Visualizzazioni. Si tratta di esercizi in cui ci si concentra sul colore verde. Con l’immaginazione si “respira” quell’energia orientandola verso il centro del petto. Vitalità, salute, benessere e amore diventano raggi che si espandono nell’universo. Quello stesso flusso ritorna indietro verso il chakra del cuore, potenziato e depurato. L’effetto di questo training autogeno aumenta con affermazioni guidate come: “io mi amo e mi accetto, io sono in pace, io vivo in armonia con tutto e con tutti”.
Meditazione chakra del cuore
Tra le tecniche per riequilibrare il chakra del cuore non poteva mancare pure la meditazione. Qui tratteremo la Heart Chakra Meditation. Si tratta di un tipo di meditazione dinamica che abbina i movimenti del corpo alla musica, unendo gesti e respiro consapevole. Ha 4 fasi di 7 minuti l’una, poi una parte da seduti di circa 6 minuti e un ultimo step da sdraiati:
- Mettiti in piedi con le mani sul tuo Anahata. Inspira da fermo ed espira stendendo prima un braccio e poi l’altro in avanti, paralleli al terreno con i palmi rivolti nella stessa direzione. Allo stesso tempo fai un passo. Spingi via con la mente l’energia vecchia e accogli quella nuova.
- Nella posizione di partenza ripeti lo stesso movimento però stavolta verso destra e verso sinistra. Gira leggermente il busto nelle due direzioni facendo piccoli passi laterali.
- Ruota con il busto all’indietro descrivendo il movimento effettuato fino ad ora per abbracciare tutti i punti cardinali.
- Ora unisci tutti i movimenti delle fasi precedenti e alternali in modo ritmico e fluido.
- In questa fase sei seduto con le gambe incrociate. Immagina di radicarti nel terreno mentre inspiri e quando espiri di elevarti verso il cielo.
- Sdraiati supino con le braccia lungo i lati del corpo e i palmi rivolti verso l’alto. Osserva dall’interno tutti i tuoi pensieri ed emozioni. Immagina di sprofondare nel terreno. Per finire, allunga le gambe e le braccia, rimettiti seduto.
Ecco fatto, come ti senti ora? E come sta il tuo chakra del cuore? Raccontacelo in un commento.