La vita di ogni giorno, per molti, è una continua altalena. Gli eventi più belli e quelli più sfidanti si alternano nel variare il corso della tua routine. Il modo in cui reagisci dice molto della persona che sei. Pensi spesso che il mondo ce l’abbia con te? Sei convinto di non aver alcun potere o responsabilità su ciò che ti accade? Può darsi che tu abbia l’abitudine di fare la vittima. Se sei curioso di sapere come evitare il vittimismo, mettiti comodo. In questo articolo cercheremo di spiegarti come nasce e come contrastare il vittimismo patologico.
Il complesso della vittima: cos’è
In psicologia il vittimismo patologico è un meccanismo di adattamento. Il vittimista fugge dalle difficoltà anziché combatterle: in questo modo si sente protetto, o comunque deresponsabilizzato verso ciò che gli accade. Chi ha la tendenza a fare la vittima si lamenta di continuo. Si sente perseguitato dagli eventi e dalle persone che lo circondano. Si crogiola nelle proprie disavventure e, con buone probabilità, distorce spesso la realtà. Ti riconosci in qualcuno dei comportamenti appena elencati? Se si, potrebbe essere il momento giusto per fermarti e porti delle domande più profonde.
Oltre ai “sintomi” appena elencati, ci sono altri segnali tipici del vittimista patologico. Riconoscerli potrebbe aiutare te o chi ti sta intorno ad intervenire per evitare il vittimismo. Come abbiamo detto poche righe più su, il vittimista ha una visione della realtà distorta. O meglio, tende a raccontare gli eventi falsando la realtà, per essere più credibile. Questo ci dice, quindi, che chi soffre di questo complesso è anche capace di manipolare fatti e persone in modo efficace. Un altro segnale che lascia poco spazio ai dubbi è l’uso del proprio dolore come giustificazione dei propri gesti, spesso estremi. O ancora, dare la colpa di ogni suo comportamento ai continui eventi avversi.
Come ogni fenomeno di questo tipo, anche il vittimismo patologico ha un’origine ben precisa, o anche più di una. Trovarne il principio e scoprire quanto sono profonde le sue radici, è il primo passo per uscirne. Scopriamo insieme le cause più comuni e come evitare il vittimismo.
Le cause del vittimismo patologico
La maggior parte dei disagi che abbiamo da adulti ha origine nella nostra infanzia: il vittimismo patologico non è da meno. Tra le cause più frequenti ci sono infatti aspetti legati alla vita familiare. Uno dei fattori che porta un adulto a fare la vittima può essere, ad esempio, la replica del comportamento di un genitore o di un’altra figura di riferimento. Il vittimismo patologico quindi, se non affrontato, può ripetersi. Se da bambino hai avuto a che fare con un vittimista e sei cresciuto con quell’esempio, ci sono buone probabilità di svilupparlo a tua volta.
E’ importante però che tu capisca che non è colpa tua: allora non avevi gli strumenti per riconoscere quel disagio. Se oggi ti trovi a vivere lo stesso problema è solamente per emulazione di un comportamento poco sano che però, ai tuoi occhi, era normale. In parole povere, non ti sono state offerte alternative possibili.
Un’altra causa del vittimismo può risiedere in episodi di violenza fisica o psicologica. O ancora essere stato trascurato in tenera età. L’aver subito violenze di vario genere da bambino può aver contribuito all’insorgere del complesso della vittima. In queste situazioni infatti, lamentarsi e mostrarsi come perseguitati dagli eventi è la via di fuga più facile per non affrontare gli abusi subiti. Queste dinamiche familiari tossiche hanno un peso importante nel far crescere i bambini con profonde insicurezze. Purtroppo infatti, la carenza d’amore vissuta da piccoli difficilmente si potrà colmare in futuro. Per evitare il vittimismo quindi, è davvero importante accettare che tutti questi precedenti ti hanno fatto sviluppare un atteggiamento negativo e iniziare un percorso di elaborazione con un professionista.
La sindrome di Calimero
Sembra un paragone ironico ma il pulcino nero dei cartoni animati è l’esempio perfetto del vittimista patologico. Calimero è il pulcino nero che non viene riconosciuto dalla mamma perché piccolo e nero. Si lamenta e piagnucola senza tregua sulle sue sciagure, ma in realtà è solo caduto nella fuliggine. Basta una bella lavata e la famiglia lo riaccoglie a braccia aperte.
Il vittimista ha più o meno lo stesso approccio verso la vita. Lo si riconosce proprio da questi atteggiamenti, che sono ripetuti in modo costante, fino a diventare ossessivi. Nei casi più estremi possono sfociare anche in rabbia e aggressività. Il vittimista patologico infatti è come un bambino arrabbiato che viene ignorato. Sbatte i piedi, strilla, piange, cerca di attirare l’attenzione su di sé in tutti i modi possibili. Tanto più sono eclatanti, quanto più si sente giustificato e compatito. Chi soffre di vittimismo patologico infatti, non vuole altro che essere consolato e capito. Non è in cerca di soluzioni o critiche che possano farlo crescere. Desidera solo che qualcuno gli dia una pacca sulla spalla e convenga con lui che il mondo lo odia. Ma per evitare il vittimismo è davvero utile assecondare questi comportamenti?
Come evitare il vittimismo: fai crescere il bambino che è in te
Come abbiamo detto il vittimista patologico è una persona profondamente ferita. E’ cresciuto con poco amore e forse anche maltrattato. E’ una persona infelice nel profondo, che ha paura di essere abbandonata, insicura e spesso immatura. Proprio come un bambino trascurato dalla famiglia è una persona che cerca soltanto amore e calore. Assecondare chi fa la vittima quindi, è quanto di più sbagliato si possa fare. L’unico effetto ottenuto è quello di alimentare ancora di più il vittimismo. Chi soffre del complesso della vittima, infatti, non fa mai autocritica né tantomeno chiede mai un aiuto costruttivo. La falsa vittima perfetta vuole solo conferme della sua sfortuna e della sua persecuzione.
Se sei un vittimista patologico, o se hai accanto una persona che soffre di questo disturbo, devi sapere che l’unico vero strumento che hai a disposizione è la psicoterapia. Per evitare il vittimismo patologico – o per uscirne se già ne sei vittima – bisogna affidarsi a un professionista e dare inizio a un percorso psicologico. E’ necessario fare i conti con il proprio passato. Parlare e evidenziare tutte le mancanze subite da bambino e andare avanti. Il vittimista patologico deve fare pace col passato e accettare di essere cresciuto e di poter controllare ciò che gli succede, almeno in parte. Il percorso che porta lontano dal vittimismo passa attraverso la crescita personale. Tutta la rabbia e la frustrazione del bambino che sei stato devono essere accantonate per fare spazio all’adulto che vuoi essere.
Fare la vittima non significa essere la vittima
Il vittimista patologico pensa di essere perseguitato dalla sua vita e da chi ne fa parte. E’ convinto di non avere alcun ruolo e alcuna responsabilità sugli eventi che accadono e sfoga tutta la sua frustrazione con lamentele continue. E’ importante però capire che chi ha il complesso della vittima non è realmente vittima, se non di se stesso, o al massimo, dell’infanzia infelice che ha avuto – questo si – suo malgrado.
Riconoscersi in questo disturbo psicologico o stare accanto a una persona che ne soffre, può essere difficile e doloroso, soprattutto nei casi più seri. Per questo, se ti riconosci in qualcuno dei sintomi che abbiamo descritto, o se riconosci qualcuno a te caro, fatti e fagli un regalo: aiutalo a cercare il professionista più giusto per iniziare a uscire dal tunnel del vittimismo patologico. Evitare il vittimismo, o smettere di farsi schiacciare, è possibile. Ma il primo passo deve essere per forza una libera scelta, altrimenti difficilmente si arriverà al successo.
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