Lo sappiamo. Quel beota che cammina lento, troppo lento e non ti lascia uno spiraglio per superarlo. Quel computer che ci impiega una vita ad accendersi. E questa dovrebbe essere una connessione super veloce? Lo sappiamo: prenderesti a pugni lo schermo, a calci il router, a male parole chi ti sta attorno. Tutto perché le cose non vanno come vorresti. Questo mal contento attiva un meccanismo di difesa nocivo tanto per te quanto per gli altri: inizi a lamentarti. Se senti che stai esagerando, se rientri nella categoria di chi si lamenta sempre, se gli altri ti stanno dicendo chiaramente “Amico, hai rotto!” allora è il caso che corri ai ripari. In questo articolo sul come smettere di lamentarsi. E finiscila di lamentarti, adesso iniziamo!
Lamentarsi: cos’è questa prassi?
Lamentarsi è espressione di un disagio emotivo. Quando qualcosa non va come vorremmo – e nella vita di tutti i giorni c’è sempre qualcosa, anche piccola che ci infastidisce – attiviamo questo meccanismo di difesa che ci fa sbottare: parte la lamentela. Ma ci fa davvero stare meglio lamentarci? Forse nel brevissimo termine sì. Uno sfogo inutile, che non risolve nulla, ma è liberatorio. Tuttavia, come abbiamo appena detto, non risolve nulla anzi, lamentarsi senza agire è un po’ come buttare benzina sul fuoco. Tramite l’esternazione della nostra lamentela rafforziamo il nostro pensiero negativo e appesantiamo l’atmosfera, soprattutto se lavoriamo insieme ad altre persone.
Da un punto di vista scientifico, le lamentele attivano il nostro ormone dello stress chiamato cortisolo. Dal momento che non stiamo parlando di stress positivo, questo ormone va ad infastidire una zona del nostro cervello molto importante che regola la nostra creatività e la nostra memoria, l’ippocampo, quel simpatico cavalluccio marino che si trova vicino a quella ghiandola a forma di mandorla, l’amigdala, sede di sentimenti come la paura, ma questa è un’altra storia. Imparare a smettere di lamentarsi è fondamentale, ma come si può fare?
Perché le persone si lamentano? Le cause
La causa principale di questo lamentarsi è il rimuginio, o ruminazione, se preferisci e, proprio come un ruminante mastica e digerisce più volte il suo pranzo erboso, il cervello umano spesso ha la tendenza di pensare e ripensare a pensieri negativi. Dal momento che non siamo mucche però, la ruminazione per noi esseri umani è molto dannosa. Una persona che rimugina è una persona ansiosa, insicura, a volte in cerca di attenzione e tende, di conseguenza, a lamentarsi di più.
A risentirne di più, oltre alle persone attorno a noi che ci devono sopportare, i nostri neuroni. Le sinapsi del nostro cervello infatti ricevono degli impulsi che ritengono inutili le lamentale. In poche parole, persino il nostro cervello non ne può più delle lamentele continue, che non portano ad una soluzione e sceglie di spegnere la luce finché non torniamo in noi stessi. Povero cervello, persino lui si dissocia da questo comportamento. E non finisce qui.
Perché smettere di lamentarsi: conseguenze ed effetti negativi di questa abitudine
Se il fatto che il nostro cervello entra in stand-by ogni volta che ci lamentiamo per molto tempo non bastasse, ecco altro effetti negativi che questa abitudine comporta:
- Diventiamo pessimisti. La negatività cresce a dismisura e ci fa apparire più grande un problema. La nostra percezione della realtà viene quindi distorta e ci riempiamo di sentimenti negativi come rabbia e tristezza;
- Le persone ci evitano. E puoi dar loro torto? Chi vorrebbe stare vicino a qualcuno che si lamenta in continuazione? Lamentarsi in continuazione porta ad essere persone sgradevoli ad alta carica negativa, non proprio una buona compagnia, non ti pare?
- Capitano tutte a me! Il vittimismo è un’altra faccia della medaglia. Lamentarsi in modo cronico fa scattare quel pensiero vittimistico che tutte le cose brutte capitano solo a te, tu non hai colpe, la responsabilità è solo degli altri.
- Over thinking. Il rimuginare porta non solo allo spegnimento del nostro cervello, ma anche all’incapacità di applicare il fondamentale problem solving. La lamentela ti bloccherà prima di raggiungere una soluzione sensata.
Come smettere di lamentarsi? Come interrompere questo ciclo vizioso? Scopriamolo subito.
Lamentarsi: come smettere di farlo? Alcune strategie
Fatti un panino! Ma non un panino qualsiasi: si chiama the complaint sandwich, conosciuto come metodo della fetta di pane. A metterlo appunto è stato lo psicologo Guy Winch che con l’esempio di un panino ci suggerisce come comportarsi per smettere di lamentarsi. La prima fetta di pane del nostro sandwich è un’affermazione positiva che serve per non mettere sulla difensiva il nostro ascoltatore. L’imbottitura del panino è la lamentela vera e propria che deve essere pertinente alla situazione. Finiamo il nostro panino con un’altra fetta di pane, ovvero un’altra affermazione positiva. Vediamo questo panino in un esempio concreto:
Prima fetta di pane. “Sei un collega molto premuroso, mi piace lavorare con te.”
Imbottitura. “Ti pregherei però di non lasciare la tua tazzina sporca di caffè in giro per l’ufficio”. (Non rincarare la dose, attieniti alla tazzina sporca, non ripescare dal passato altre situazioni).
Seconda fetta di pane. “Se ti potessi ricordare di lavarla te ne sarei grato”.
Ecco. Il nostro panino delle lamentele ha un senso: ci siamo lamentati, ma non abbiamo perso il controllo.
Smettere di lamentarsi infatti non significa assecondare comportamenti sbagliati. È normale lamentarsi se ci cade un bicchiere e si rompe o se in posta c’è una cassa aperta su sette e una fila chilometrica. Siamo pur sempre umani. Il problema scatta nel momento in cui questo comportamento diventa patologico, non costruttivo, di impedimento per vivere bene. Sia noi, sia gli altri.
Qualche altro consiglio
Oltre al succulento panino psicologico di cui ti abbiamo appena dato la ricetta, per smettere di lamentarti ti consigliamo di:
- Riflettere sul perché ti stai lamentando. C’è davvero un problema o la tua lamentela è fine a sé stessa? Riflettici.
- Trova una soluzione insieme agli altri. Non incolpare gli altri, ma coinvolgili nel trovare una soluzione al problema;
- Un passo alla volta. Concentrati su un problema alla volta. Fare di tutta l’erba un fascio non è costruttivo e ti farà sprecare troppe energie.
- Non fare della tua lamentela costante un rito. Non permettere ai pensieri negativi di inquinare il tuo ambiente lavorativo e domestico. Lavora su questo.
In conclusione
Non mettetemi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa più accorgersi di un tramonto. Chiudo gli occhi. Mi scosto di un passo. Sono altro, sono altrove.
Alda Merini
Davvero a causa delle tue costanti lamentele non riesci più a goderti un tramonto? Hai davvero smesso di essere grato per le belle cose che ti capitano quotidianamente? Non rimanere invischiato nelle lamentele inutili. Cambia atteggiamento: ti troverai circondato da eventi positivi, da piccole cose molto importanti, da persone felici di stare con te. La tua vita sarà senza dubbio migliore.
Continua a seguirci!